Disturbi dell’Umore

Che cosa accade alle persone che ad un certo punto della propria vita sembrano perdere la motivazione per qualsiasi cosa, cadendo nella tristezza più profonda? Oppure a quelle persone che sembrano essere su un’altalena emotiva, per cui in alcuni periodi sono governate da un’euforia incontenibile e in altri periodi sono spente e depresse? I casi sono tanti e diversificati, quello che li accomuna è che rientrano tutti nei cosiddetti disturbi dell’umore.

Il termine disturbo dell’umore viene utilizzato per descrivere un’ampia varietà di disturbi psicopatologici e sintomi che consistono in alterazioni o anomalie del tono dell’umore dell’individuo e che sono di gravità tale da compromettere la vita sociale e lavorativa dell’individuo che ne è affetto.

Ogni persona ha un proprio tono dell’umore che tende a manifestare con maggiore frequenza, e che viene considerato come il “carattere” o il “temperamento” della persona. Il tono dell’umore è il risultato di una dotazione biologica di base dell’individuo, ovvero del suo patrimonio genetico, sia delle modificazioni dovute all’ambiente di crescita e sviluppo.

I problemi insorgono quando l’umore ha dei picchi verso il basso o verso l’alto (o entrambi), che causano malessere alla persona e che si presentano come episodi isolati oppure protratti nel tempo.

Nel caso della depressione maggiore, l’individuo cade in uno stato di tristezza assoluta e perde interesse e piacere nello svolgere tutte o quasi tutte le attività della vita quotidiana. Spesso vi è un’alterazione dell’appetito, per cui la persona può perdere l’appetito o al contrario alimentarsi in modo esagerato, e ciò comporta una modificazione del peso. Anche il ritmo sonno-veglia si modifica e quindi può comparire l’insonnia o al contrario un sonno eccessivo (ipersonnia). L’individuo sente di non avere più energie, è afflitto da sensi di colpa eccessivi e da sentimenti di svalutazione, tende a rimuginare eccessivamente sulle cose e perde la capacità di concentrarsi e di prendere decisioni. Una caratteristiche che accentua la gravità di questo disturbo è che spesso compaiono pensieri di morte e talvolta la persona mette in atto o pianifica dei tentativi di suicidio.

A volte gli episodi depressivi possono essere accompagnati da allucinazioni e deliri, e in questi casi si parla di “depressione psicotica”.

La depressione maggiore può comparire come episodio isolato oppure essere caratterizzato da episodi che ricorrono nel tempo.

Il disturbo distimico è caratterizzato da un susseguirsi di episodi depressivi di minor intensità rispetto al disturbo depressivo maggiore. Tuttavia, trattandosi di un disturbo cronico la persona non gode mai di periodi di relativo benessere.

Il disturbo bipolare è invece caratterizzato dall’alternarsi di episodi depressivi e di episodi maniacali. Durante gli episodi maniacali, l’umore dell’individuo risulta essere elevato in modo anormale e persistente, fino al punto di compromettere la sua vita lavorativa e sociale. In questi periodi la persona percepisce un marcato stato di benessere, sente che può fare tutto e che non ci sono limiti alle sue azioni, l’autostima aumenta a livelli esagerati. Il bisogno di dormire si riduce e di frequente il soggetto si coinvolge in attività potenzialmente pericolose (per esempio comportamento sessuale promiscuo, investimenti eccessivi, ecc.).

L’umore può passare rapidamente alla rabbia o alla depressione e a volte i sintomi depressivi e i sintomi maniacali si presentano insieme.

Infine, il disturbo ciclotimico è una forma meno grave di disturbo bipolare sul piano sintomatologico. In questo caso si ha un’alterazione cronica dell’umore con l’alternanza tra sintomi maniacali e depressivi, ma di gravità minore rispetto al disturbo bipolare.

Mentre in passato la cura dei disturbi dell’umore veniva svolta quasi unicamente attraverso l’uso di farmaci, negli ultimi decenni la psicoterapia e gli interventi psicoeducativi sono riconosciuti come trattamenti particolarmente efficaci, soprattutto se in associazione alla terapia farmacologica. Tali interventi sono utili non solo nelle fasi acute dei disturbi ma anche nella prevenzione delle ricadute.

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