Stress
Che cos’è lo stress?
Lo stress si può considerare una risposta adattiva, moderata dalle differenze individuali, in conseguenza di azioni, eventi e situazioni che comportano richieste specifiche per una persona.
Si distingue tra:
distress, che indica un fallimento adattivo nella risposta psico-fisiologica allo stress ed è dovuto sia alle caratteristiche dello stressor (l’elemento stressante) che alle caratteristiche dell’individuo e alla sua capacità di farvi fronte;
eustress, che indica le condizioni psicologiche positive e appaganti che si hanno in seguito al superamento di una situazione stressante.
Gli eventi stressanti vengono poi a loro volta suddivisi in:
normativi: sono eventi attesi che fanno parte della vita della maggior parte delle persone e che talvolta possono essere programmati (matrimonio, esami, nascita di un figlio…);
non normativi: sono eventi inattesi (come disastri naturali, incidenti, malattie…). Per quanto l’individuo possa essere preparato per affrontarli, non è mai possibile sapere quando e se tali eventi si verificheranno.Un’altra classificazione degli eventi stressanti distingue tra:
eventi esterni, qualora lo stressor provenga dall’ambiente, quindi esternamente alla persona
eventi interni connessi a particolari fasi della vita dell’individuo (l’adolescenza, la menopausa…) o alla vulnerabilità psicologica individuale.
Negli anni ’70 venne sviluppato da Lazarus e Folkman il cosiddetto “modello transazionale” applicato allo studio dello stress, il quale viene tenuto tuttora in grande considerazione.
Secondo questo modello, una situazione stressante implica una transazione tra la persona e l’ambiente, nella quale la situazione è valutata come eccedente le proprie risorse tanto da mettere in pericolo il proprio benessere.
Lazarus e Folkman sostengono che a fronte di una situazione stressante, l’individuo metta in atto una serie di valutazioni cognitive, in gran parte inconsapevoli, che determinano il modo in cui lo stress viene percepito. Tramite la cosiddetta “valutazione cognitiva primaria” la persona valuta il significato che l’evento stressante riveste per la propria vita; con la “valutazione cognitiva secondaria” l’individuo considera se possiede o meno le risorse per farvi fronte. Infine, la “valutazione cognitiva terziaria” consente di stabilire l’efficacia delle risposte allo stimolo stressante fin ora messe in atto.
In questo modello l’individuo è considerato come attivo e capace di mettere in atto strategie di coping per fronteggiare la situazione stressante. Il concetto di coping indica la capacità di mettere in atto strategie comportamentali, cognitive ed emotive al fine di superare lo stressor. Esistono diversi stili di coping, tra cui il coping incentrato sul problema, volto a modificare la situazione problematica, quello centrato sulle emozioni, che è finalizzato allo sviluppo di strategie che riducano le emozioni negative ed infine il coping basato sull’evitamento, che consiste nell’impegnarsi in attività sostitutive che consentano di rifuggire la situazione stressante.
Correlato al concetto di coping, c’è quello di resilienza, intesa come la capacità dei soggetti di affrontare situazione particolarmente stressanti con esiti positivi e costruttivi.
Viene quindi sempre più messo l’accento sulle risorse che l’individuo possiede (che possono essere cognitive, emotive ecc.) e che gli permettono di affrontare efficacemente lo stress.